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Eleonora d’Arborea: la regina sarda che fece la storia con la Carta de Logu

Eleonora regnò nel Giudicato d’Arborea, uno dei quattro regni indipendenti che governavano la Sardegna tra il XI e il XV secolo, insieme a Cagliari, Torres e Gallura.
Emozione Sardegna, Eleonora d'Arborea nel monumento a lei dedicato ad Oristano Emozione Sardegna, Eleonora d'Arborea nel monumento a lei dedicato ad Oristano
Emozione Sardegna, Eleonora d'Arborea nel monumento a lei dedicato ad Oristano

Eleonora e la straordinaria storia dei Giudicati in Sardegna

Tra le pagine più affascinanti della storia sarda, nessuna brilla come quella di Eleonora d’Arborea, la sovrana che seppe unire intelligenza politica, coraggio e senso di giustizia in un’epoca dominata dagli uomini.
La sua figura è diventata simbolo di libertà, dignità e autonomia per tutto il popolo sardo — un’icona che attraversa i secoli e continua a ispirare ancora oggi.

Eleonora regnò nel Giudicato d’Arborea, uno dei quattro regni indipendenti che governavano la Sardegna tra il XI e il XV secolo, insieme a Cagliari, Torres e Gallura.
Fu l’ultimo baluardo di indipendenza sarda contro la conquista aragonese, e sotto il suo governo l’isola visse uno dei momenti di massimo splendore politico e civile della sua storia.


L’epoca giudicale: un’isola autonoma e organizzata

Durante l’epoca giudicale, la Sardegna non era una terra isolata o periferica, ma un regno moderno e articolato, con leggi proprie, una lingua ufficiale e istituzioni avanzate.
Ogni Giudicato aveva una capitale, un’assemblea (il “Consiglio del Regno”) e un sovrano chiamato Giudice, figura simile a un re ma con poteri limitati da norme e consulte popolari.

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Il Giudicato d’Arborea, con capitale Oristano, fu il più longevo e il più evoluto di tutti.
Proprio qui nacque e regnò Eleonora d’Arborea, erede di una dinastia che difese l’indipendenza sarda fino all’ultimo respiro.


Eleonora d’Arborea: la sovrana della giustizia

Eleonora salì al potere alla fine del XIV secolo, dopo la morte del fratello Ugone III, in un periodo turbolento segnato da guerre e alleanze instabili.
Fu una donna colta, determinata e diplomatica, capace di trattare con le potenze straniere e, allo stesso tempo, di proteggere il suo popolo con una visione politica profondamente moderna.

La sua eredità più grande fu la promulgazione della Carta de Logu, un codice legislativo scritto in sardo che rimase in vigore per oltre quattro secoli.
Una raccolta di leggi che regolava la vita civile, agricola, commerciale e persino ambientale del regno — con una attenzione straordinaria ai diritti delle donne, degli animali e della proprietà collettiva.

Con la Carta de Logu, Eleonora anticipò concetti di uguaglianza e tutela sociale che l’Europa avrebbe conosciuto solo secoli più tardi.


La Carta de Logu: un monumento di civiltà

Scritta in lingua sarda logudorese, la Carta de Logu rappresenta un patrimonio culturale e identitario di valore universale.
Non era solo un insieme di norme, ma un manifesto di giustizia e libertà: vietava la tortura, proteggeva i più deboli, regolava la convivenza civile con equilibrio e umanità.

Per questo motivo, Eleonora è considerata una delle prime donne legislatrici d’Europa, un esempio di sovranità illuminata che portò il Giudicato d’Arborea ai vertici della civiltà mediterranea medievale.


Il simbolo dell’albero e l’eredità di Eleonora

La bandiera del Giudicato d’Arborea mostrava un albero sradicato con un’aquila nera che ne artiglia il tronco — emblema di forza, indipendenza e orgoglio.
Oggi quell’albero è divenuto simbolo degli indipendentisti sardi e di tutti coloro che credono in una Sardegna libera, fiera della propria identità e delle proprie radici.

A Oristano, una statua in piazza Eleonora celebra la sua figura, mentre la vicina Torre di Mariano e il Museo Antiquarium Arborense custodiscono tracce e documenti di quell’epoca gloriosa.

Eleonora non fu solo una regina, ma una voce di libertà che ancora oggi risuona tra le pietre antiche di Oristano e nelle menti di chi sogna una Sardegna autonoma, giusta e consapevole della propria storia.


Un’eredità viva nel cuore della Sardegna

Visitare i luoghi di Eleonora significa viaggiare nel tempo: da Oristano a Tharros, da Santa Giusta a Seneghe, ogni pietra racconta la forza e la visione di una donna che cambiò il destino dell’isola.
Il turismo culturale in Sardegna trova in questo periodo storico una delle sue radici più profonde: castelli, torri, chiese romaniche e antiche città giudicali formano un itinerario emozionante alla scoperta dell’identità sarda.

Oggi, la figura di Eleonora d’Arborea vive non solo nei libri di storia, ma anche nella memoria collettiva, nelle feste popolari, nei nomi delle vie e nelle scuole, simbolo eterno di un popolo che non ha mai smesso di cercare la propria libertà.

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