La storia mineraria della Sardegna ha radici profonde, più di quanto si possa immaginare. Già dal VI millennio a.C. l’estrazione dell’ossidiana dal Monte Arci aveva creato oltre 70 punti di estrazione e 160 centri di lavorazione, nelle epoche e dominazioni a cui l’Isola è stata assoggettata nella sua storia, lo sfruttamento del sottosuolo è stato una costante fino ai tempi più recenti.
Imbattersi in una qualche miniera è dunque assai frequente, non tutte però sono state messe in sicurezza per le visite turistiche. E’ necessario dunque documentarsi non solo sulla bonifica, ma anche sulla possibilità di visitarle in sicurezza, conoscere gli orari di apertura e se sono previste guide e accorgimenti particolari.
Per chi intende avventurarsi nel Sulcis Iglesiente, si deve tener conto che si tratta di uno dei territori più antichi dell’Isola. Il Tempio di Antas e la grotta di Su Mannau sono a testimonianza di questo. Ma la sua storia strettamente legata allo sfruttamento del sottosuolo offre numerose altre attrazioni. Qui c’è il cuore del Parco Geominerario della Sardegna, ufficialmente riconosciuto dall’Unesco, come patrimonio dell’umanità, nella città di Carbonia è possibile visitare la Grande Miniera di Serbariu, oggi sede del Museo del Carbone.
Questa zona della Sardegna, riesce a regalare tanto mare e spiagge da sogno, per questo abbiamo pensato di creare delle mappe dedicate per chi intende intraprendere una esperienza di conoscenza delle miniere e delle spiagge limitrofe.
Quanto possa regalare questo territorio è veramente notevole, ma per gustarlo senza imprevisti e con una sana programmazione è bene considerare i tempi per gli spostamenti e alcune informazioni utili.