Un monumento naturale unico nel suo genere, dove geologia, storia e leggenda si intrecciano nel cuore del Gennargentu
Siamo nel cuore della Barbagia, un luogo capace di sorprendere anche il viaggiatore più esperto: Su Texile, l’inconfondibile “fungo di pietra” che domina i boschi e le vallate tra Aritzo, Belvì e Tonara. Un nome antico, preromano, che nel linguaggio barbaricino indica un cocuzzolo isolato: una definizione che descrive perfettamente questo spettacolare taccu calcareo, scolpito dal tempo e dall’erosione.
Un paesaggio modellato da milioni di anni
Su Texile si erge a 974 metri di altitudine, con la sua forma massiccia e quasi sospesa, simile a un enorme fungo adagiato su una base conica. La sua sommità misura circa 0,8 ettari, mentre le pareti verticali, talvolta strapiombanti, rivelano una complessa storia geologica iniziata nel Giurese, quando queste rocce si depositarono in un mare poco profondo.
Ciò che resta oggi è un vero “testimone” della copertura calcarea mesozoica: una delle poche porzioni risparmiate dall’erosione che ha modellato il paesaggio attorno al Gennargentu. Le cavità carsiche, le profonde fratture e le superfici scolpite dal vento lo rendono un monumento naturale dall’aspetto imponente e assolutamente unico.
Un ecosistema raro, dove la natura sfida l’altitudine
Le spaccature della roccia ospitano qualcosa di insospettabile: esemplari di leccio (Quercus ilex) che crescono ben oltre le quote in cui questa specie si trova di solito nel massiccio del Gennargentu. Accanto a loro resistono specie endemiche di grande valore, eredi di una flora antichissima precedente alle glaciazioni quaternarie.
In contrasto con i boschi caducifogli delle valli sottostanti, la vegetazione del Texile è prettamente calcifila, adattata a condizioni aride e ventose: un piccolo laboratorio naturale che racconta la capacità della vita di trovare spazio anche negli ambienti più ostili.
Dove natura e cultura si incontrano
La singolarità di Su Texile ha attirato l’attenzione delle comunità locali sin dalla preistoria. Attorno al suo basamento e nelle aree limitrofe sono stati rinvenuti reperti del Neolitico, dell’età nuragica e del periodo romano, che testimoniano l’uso del luogo come punto di controllo e osservazione sul territorio circostante.
Antiche leggende arricchiscono questo rapporto millenario tra uomo e natura. Alcuni lo chiamano “Sa Trona de Santu Efis”, la trona da cui il martire avrebbe predicato. Altre storie parlano di una grotta, ai piedi dei rilievi vicini, abitata da una misteriosa fanciulla che tesseva su un telaio d’oro.
L’intero territorio conserva ancora tracce di domus de janas, tombe dei giganti, nuraghi, tesoretti di monete puniche e romane: un patrimonio diffuso che trasforma l’area del Texile in un autentico museo a cielo aperto.
Un paesaggio da vivere lentamente
Chi arriva dalla cantoniera di Cossatzu, provenendo da sud, ricorda per sempre il momento in cui il grande fungo calcareo appare all’improvviso tra curve e boschi. I rilievi vicini – come i Tònneri di Belvì e Tonara – completano un quadro paesaggistico straordinario, dove i boschi di castagni e noccioli si alternano a valloni ombrosi, antichi campi e torrenti.
Belvì, Aritzo e i paesi vicini custodiscono ancora attività tradizionali legate a questi ambienti montani:
– la lavorazione del castagno e del noce,
– la produzione di dolci tipici,
– la raccolta di frutti autunnali,
– perfino la memoria delle antiche domus de nie, le fosse dove un tempo si conservava la neve per l’estate.
Perché visitare Su Texile
Su Texile è molto più di un geosito: è un luogo che racchiude identità, storia, biodiversità e paesaggio. Perfetto per escursionisti, appassionati di geologia, fotografi e viaggiatori in cerca di autenticità, rappresenta uno dei simboli più intensi e suggestivi della Barbagia.
Visitare questo monumento naturale significa camminare in un luogo che sa unire la Sardegna più antica con quella contemporanea, dove la natura parla attraverso forme grandiose e l’uomo risponde con rispetto e memoria.
Un’esperienza che resta negli occhi e nel cuore.