Il simbolo di Oristano che sfida il tempo
Nel cuore del centro storico di Oristano, tra vicoli silenziosi e piazze animate, si erge maestosa la Torre di Mariano, conosciuta anche come Torre di San Cristoforo.
È il monumento più iconico della città, un antico guardiano di pietra che da oltre sette secoli racconta la storia, la fierezza e la libertà di un popolo.
Oggi come allora, la Torre di Mariano è molto più di un semplice monumento: è un punto di riferimento identitario, un simbolo di resistenza e di orgoglio civico che continua a dominare lo skyline di Oristano.
Le origini della Torre di Mariano
La torre fu costruita nel 1290 per volere di Mariano II de Bas-Serra, giudice del Giudicato d’Arborea, uno dei quattro regni indipendenti della Sardegna medievale.
Doveva avere una funzione difensiva e di controllo: faceva parte delle antiche mura che circondavano la città e ne costituiva una delle principali porte d’ingresso, Porta Manna (“Porta Grande”).
Alta circa 30 metri, con mura spesse e merlate, la torre è realizzata in arenaria chiara, la pietra locale che le conferisce il suo inconfondibile colore dorato.
Al suo interno custodisce ancora le scale originali e alcuni passaggi stretti, testimonianza della sua funzione militare.
Architettura e dettagli simbolici
La Torre di Mariano ha una struttura quadrangolare, massiccia e compatta, con due piani e un terrazzo panoramico che regala una vista mozzafiato sui tetti di Oristano e sulla pianura del Campidano.
Sulla facciata, in alto, spiccano ancora gli stemmi aragonesi e i segni delle antiche campane, elementi che narrano il passaggio della città sotto diverse dominazioni.
All’ingresso, una targa marmorea ricorda il nome del suo costruttore, Mariano II, e la funzione simbolica della torre come custode della città e della sua libertà.
In epoca medievale, infatti, Oristano era la capitale del Giudicato d’Arborea, l’ultimo baluardo di indipendenza sarda contro la conquista aragonese.
La Torre e il mito di Eleonora d’Arborea
Intorno alla Torre di Mariano aleggia anche la leggenda di Eleonora d’Arborea, figlia di Mariano IV e figura storica amatissima in tutta la Sardegna.
Si racconta che la torre sia stata uno dei luoghi dove Eleonora proclamò le sue leggi e da dove si osservavano i movimenti nemici durante le battaglie per la libertà del giudicato.
Ancora oggi, la statua di Eleonora d’Arborea, nella vicina piazza Eleonora, sembra rivolgere lo sguardo proprio verso la torre, come a mantenere un dialogo invisibile tra passato e presente.
Un punto d’incontro per gli eventi di Oristano
Oggi la Torre di Mariano è uno dei luoghi più visitati di Oristano, tappa obbligata per chi esplora il centro storico.
Durante la Sartiglia di Oristano, la torre diventa parte integrante dello scenario: le sfilate dei cavalieri, i tamburini e i trombettieri passano proprio davanti a questo imponente simbolo della città.
Ma non solo: nel corso dell’anno, la piazza ai suoi piedi ospita concerti, mostre, eventi culturali e rievocazioni storiche, che valorizzano la memoria medievale e il legame profondo tra la città e le sue origini giudicali.
Visitare la Torre di Mariano
La torre è oggi aperta al pubblico e visitabile.
All’interno è possibile salire lungo la scala in pietra fino alla terrazza, dove si gode una vista spettacolare su Oristano, il mare del Sinis e le colline circostanti.
La salita è un viaggio nel tempo: ogni piano racconta un frammento di storia, tra feritoie, merlature e pietre consumate dai secoli.
La visita è particolarmente suggestiva al tramonto, quando la luce calda del sole trasforma la torre in una fiaccola dorata che domina il centro storico.
Un momento perfetto per fotografarla o semplicemente per respirare l’atmosfera sospesa di una città antica.
Un simbolo di Oristano e della Sardegna medievale
La Torre di Mariano non è solo il simbolo di Oristano: è una testimonianza viva dell’epoca giudicale, periodo in cui la Sardegna fu protagonista di una storia autonoma e fiera.
Il suo profilo domina ancora oggi la città, ricordando ai visitatori che qui il tempo non ha cancellato le tracce del passato, ma le ha trasformate in eredità.
Chi arriva a Oristano non può non fermarsi davanti a questa torre, immaginando il suono dei tamburi, il galoppo dei cavalli della Sartiglia, e le voci di chi, secoli fa, difese la libertà di un intero popolo.
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